Una antica macchietta del Foro riportata alla luce
Stanotte, in sogno, mi sono trovato in un’aula di Giustizia dell’aldilà, dove si celebrano i processi catartici, fittamente affollata da tanti trapassati che avevano fatto parte del mondo giudiziario.
Presiedeva un Giudice con i baffetti alla
Chaplin e con i capelli scuri a spazzola che richiamava costantemente all’ordine
con inflessioni ed espressioni del miglior vernacolo calabrese.
Intravidi don Roccu u scrivanu.
Don Roccu u scrivanu era stato il
personaggio tipico che nelle terre del sud Italia si accompagna all’avvocato
penalista con varie mansioni.
Infatti, per circa 50 anni ha accompagnato
un avvocato, portandogli la borsa e libri, assistendo in udienza in piedi,
facendo da tramite per varie incombenze, con clienti e terzi e curando anche
qualche recupero con il suo "buon parlare".
Aveva frequentato solo le prime classi
elementari ed in tutte le udienze aiutava ad indossare la toga in Pretura,
chiedendo immancabilmente qualche diritto di toga.
Nel sogno intesi che l’udienza era già
cominciata ed avvicinandomi percepivo la voce della difesa che diceva: “...E’ vero" che da sempre ha frequentato
l’udienza penale”...E’ vero che alle “sue persone” giudicabili spiegava, senza
alcuna esitazione o dubbio la situazione “giuridica”...E’ vero che ove le
stesse non avessero provveduto al versamento delle “marche” in misura variante
a seconda dei casi, si sforzava di dimostrare l’indispensabilità di detto
adempimento...E’ vero che una volta risolto un tale problema le sue previsioni
divenivano più ottimistiche...E’ vero che dopo la pronunzia della sentenza
faceva seguire l’immancabile richiesta della “toga”.
Ma è pur vero che assicurava sempre la sua presenza in
aula sistemandosi in posizione né vicina al pretorio e né vicina alla sbarra,
costantemente in piedi, e con l’ansia dei giudicabili attendeva l’esito; quando
era negativo faceva seguire il suo commento con parole di speranza per i gradi
futuri del giudizio...”.
Mi fermai, perché il processo è come un
magma primordiale che ha le sue radici nell’inconscio e subito riconobbi don
Roccu u scrivanu per la irremovibilità delle sue opinioni.
Era ancora in piedi e con il vestito scuro
e sdrucito degli ultimi difficili tempi!
Mi commossi al pensare i primi e anonimi
anni di professione e perché anch'io ero cambiato con l’età tanto da non essere
nemmeno riconosciuto dagli astanti.
L’Avvocato, bassino come don Roccu u
scrivanu, continuava, con sussiego, a sfoderare il suo repertorio ben noto e
senza sorprese per chi lo avesse ascoltato altra volta!
Don Roccu u scrivanu, personaggio
irripetibile di un’epoca lontana e già obliata, nel mentre il difensore batteva
con il palmo della mano il tavolo, ammiccava e quando la voce cresceva, si
lasciava sfuggire un accenno di sorriso di compiacimento che doveva essere
arsenicale per l’accusa.
Nel sogno non ero giunto in tempo per
ascoltare l’accusa e rimasi a lungo ed invano in attesa di conoscere la decisione
del Giudice.
Svegliandomi anticipatamente ebbi la
sensazione di dire a me stesso: il responso a quando?
Forse al prossimo sogno.