Radicena, Jatrinoli e San Martino sul finire dell’‘800
Premessa
Un elemento di ricerca
esegetica particolarmente importante e conducente per l’analisi delle
condizioni economiche e sociali nei comuni di Radicena, Jatrinoli e San Martino
alla fine del 1800 è costituito dalla “Relazione” del Regio
Commissario Straordinario Prof. Luigi Veneziani.
Essa afferisce al
Comune di Jatrinoli con l’annessa frazione di San Martino, ed è estensibile de
relato all’antica contrada di Radicena, insieme conurbate con Regia
Decretazione Governativa vistata dal Guardasigilli Rocco in data 16 febbraio
1928, nr.377.
La “Relazione”
datata 05 giugno 1899, indirizzata ai consiglieri comunali, costituiva
l’atto conclusivo dell’attività amministrativa iniziata con Decreto Reale del
28 novembre 1898, dopo lo scioglimento, per inettitudine amministrativa, del consesso
municipale Jatrinolese.
La caratterizzazione
preminente, riguarda non solo l’aspetto prettamente amministrativo che la
pervade, ma, altresì, si connota com’elemento conducente per l’esame delle
condizioni sanitarie, di pubblica sicurezza, istruzione, cimiteriale, sociale
ed altro ancora.
Si viene a determinare
così uno spaccato, minuzioso ed elaborato di vita cittadina, collimante con la
fine dell’ottocento ed i primordi del XIX secolo.
Pubblica sicurezza
La condizione di
Pubblica Sicurezza sul territorio e nel paese in genere era assai compromessa,
tant’è che il Regio Commissario dovette portare a conoscenza con deliberazione
indirizzata al Prefetto il 06 gennaio 1899, le gravi ed allarmanti situazioni
di microcriminalità diffusa nel territorio, insistendo sulla necessità di
trasformare la Stazione dei Regi Carabinieri di Radicena in Sezione, ed
eventualmente costituirne ex novo una Stazione nella frazione di San
Martino.
A tale risoluzione
fecero adesione i viciniori comuni di Radicena, Molochio e Terranova
Sappominulio.
L’allarme criminalità,
evocato dal zelante Commissario Veneziani si concretizzò, con la provvisoria
soppressione dei giuochi nei pubblici servizi, oltre al rigido controllo e
sorveglianza alle cosiddette persone ammonite e pregiudicate, nonché alla
contestuale supervisione delle feste del Santo Natale, del Capodanno e del
Carnevale, durante le quali, in passato, accaddero i più efferati delitti.
Igiene e polizia urbana
Vero punctum dolens erano
le condizioni di polizia urbana e soprattutto quelle dell’igiene pubblica, per
i quali lo stesso Veneziani affermava, quasi sconsolato, che trattasi d'elementi
per i quali l’osservanza delle disposizioni di legge e dei regolamenti comunali
da parte della popolazione, richiederà certamente “il trascorrere di molti
lustri”.
L’invettiva
dell’amministratore si rivolgeva ai “miseri pecorai”, proprietari di
ovili al centro del paese, fomite di miasmi pestiferi e causa di non poche
malattie, a cagione dei quali in data 08 gennaio 1899 se ne dispose con ordinanza
municipale la soppressione.
Senza trascurare
nemmeno, i proprietari dei palazzi antistanti, le vie di pubblico accesso,
avvezzi, al sorgere del sole, a svuotare i pitali ed altro dagli escrementi
notturni e/o mattinieri, molto spesso a “concime delle teste passanti”,
e per finire alle due tintorie ed alla saponeria esistenti, i cui titolari
erano anch’essi abituati a scaricare i pericolosi liquami di risulta nelle
prossimità dei centri abitati.
Strade comunali e vicinali
Il primo rilievo,
scaturente da un esame ben ponderato, portò il Regio Commissario Veneziani a
constatare l’assoluto degrado ed abbandono sussistente nelle strade cittadine,
sia interne sia esterne.
Pertanto, l’opera di
sistemazione, mediante spargimento di brecciame interessò i ¾ circa del manto
stradale e specificatamente riguardò le seguenti strade: “Strada Lucchese,
tratto di fronte ai giardini dei Signori Contestabile e Scordo, Via Storta, Via
Storta che va al Cantarello, Via Cantarello che va alle fonde Santa Luci, Via
San Giuseppe, Via Colomonaco che va al fondo Salazare, Via scesa di Celano, Via
Santa Lucia che n’esce alla Pignara”,rimanendo alla fine del 1899 da
risistemare: “Via Trodio, Via Paparatto, Via del Carmine che conduce al
Vallone della masseria Cavatore”.
Acque
In merito alle acque la
situazione alla fine del 1800, se da un lato appariva ottima grazie anche
all’abbondanza delle fonti che costituiva, a detta dell’amministratore
straordinario, una “ricchezza pel Comune”, dall’altra, appariva
problematica a causa delle numerose vertenze legali riguardanti la cessione
della stessa a privati.
Tanto è vero, che nel
commiato del 5 giugno 1899, raccomandava ai consiglieri e futuri
amministratori, di porre canali di misura, anche per le acque da tempo vendute
o cedute ai privati onde evitare esorbitanti sprechi, come ciò, peraltro,
avveniva per la monumentale fontana di Piazza Vittorio Emanuele venduta a
privati con atto rogato dal Notar Campannì in data 30 maggio 1865.
Servizio Sanitario
L’attenzione del saggio
amministratore, in merito alle condizioni sanitarie, si accentrò precipuamente
al servizio d’ostetricia, nel quale si era venuta a determinare una
parossistica situazione d'incompatibilità economica tra l’ostetrica condotta e
le altre due all'uopo abilitate.
Difatti, mentre alla
prima era corrisposto uno stipendio annuo, ammontante a lire 550 (ai medici
condotti si dava un emolumento annuale di lire 650), alle seconde non era
corrisposto alcun compenso.
La soluzione della querelle
avvenne con una salomonica decisione da parte del Regio Commissario Rag.
Veneziani Luigi, il quale pensò di riordinare il servizio, togliendo
all’ostetrica condotta l'occupazione di San Martino destinandovi
contemporaneamente una delle ostetriche autorizzate, ed affidando all’altra il
servizio del paese, in aiuto alla condotta, il tutto con decorrenza dal 1°
gennaio 1900.
Cimiteri
Il servizio mortuario,
secondo la relazione commissariale, si svolgeva con indefesso ed imperituro
lavoro del custode e direttore, Giuseppe Scordo, che dal 1871, valeva a dire da
28 anni serviva il Comune, coadiuvato da due seppellitori.
Determinò immane meraviglia,
al "nordico" Commissario l’abbandono che nel paese si faceva delle
salme appartenenti alle classi povere, condotte via senza alcune cerimonie
religiose e soventemente inumate senza casse.
All’uopo, si dispose un
capitolo di bilancio ad hoc, con effetto dal 1900, affinché sorgessero
anche in queste contrade “sentimenti generosi e pietosi”.
Sempre per questo
sentimento misericordioso il Veneziani rivolse la cura e l’attenzione al
vecchio Cimitero, inaugurato nel 1848 nell’agro catastalmente denominato
Cardona, abbandonato sin dal 1883 e versante in condizioni penose, attraverso
il continuo taglio dell’erba, delle spine (che peraltro si eseguiva nell’agosto
d'ogni anno) e l’innalzamento di un’alta croce, adorna d'edera e fiori.
Pubblica istruzione
Per la pubblica
istruzione, importanti innovazioni s'intrapresero dal solerte commissario
attraverso la definitiva costruzione dell’edificio scolastico e successivo
collaudo, comportante l’inaugurazione ed il consequenziale inizio del nuovo
anno scolastico 1899-1900.
Si provvide, altresì,
all’applicazione definitiva, nel novello sito, degli insegnanti Mallamo
Maddalena, Gagliardi Erminia e il maestro Monteleone.
Non si può negligere,
altresì, la disposizione con la quale si venne a sopprimere nel Comune di Jatrinoli,
per ragioni d’economia, la classe 4ª e 5ª maschile della Scuola facoltativa,
grazie all’opportunità concessa dal Comune di Radicena di far frequentare, “ai
pochi giovinetti che intendessero proseguire gli studi”, le classi
superiori.
Tale disposizione,
riveste particolare importanza, in quanto per la prima volta è intercalato, in
un atto deliberativo ufficiale, il ragionevole proponimento da parte di un
funzionario ministeriale, qual era il Regio Commissario Veneziani, sulla
necessità di riunire i due separati municipi sotto l’egida di un comune
stendardo municipale, laddove rimarca come“fra l’uno e lo altro paese si può
dire non esiste distanza”.
Frazione San Martino
L’abbandono in cui era
caduto il borgo di San Martino, allora ammontante a 900-1000 anime circa, fu
uno dei preminenti motivi che provocarono lo scioglimento del Consiglio
comunale di Jatrinoli.
Il Commissario con
l’aiuto del delegato dal Sindaco, Maiorca Giuseppe, riordinò tutti i servizi da
tempo abbandonati e specialmente quello della illuminazione ad olio, di polizia
urbana e d’igiene, nonché curò il restauro di alcune strade principali.
L'opera, reputata
dall’amministratore più importante e ad ogni modo compiuta, nonostante una dura
opposizione campanilistica, fu la ricostruzione della Chiesa Parrocchiale,
essendo il culto da anni esercitato in una “meschina baracca di legno”.
La stessa fu inaugurata
alla fine del 1899.
Conclusioni
Dulcis in fundo,
da uno stralcio conclusivo della relazione del Regio Commissario Rag. Luigi Veneziani,
da riportare testualmente, emerge lapalissianamente l’immanente attualità della
stessa, per la ferina rampogna rifilata ad una genia di retrivi politicanti,
ammonendo catastroficamente le future generazioni come “i partiti
costituiscono sempre la più grave sventura dei paesi, essi distruggono rapporti
di amicizia e di scambievole fiducia, distruggono la vita del paese, portano la
pubblica demoralizzazione, distruggono infine ogni ideale d’equità, rettitudine
e giustizia” ed augurando, alle porte del nuovo secolo al paese“quell’amministrazione
retta, pacifica ed onesta inspirata solamente all’interesse e bene di tutti”.
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