La patria degli imbecilli.
Riflessioni sulla imbecillità
umana, come
riconoscerla per superarla
La patria degli imbecilli.
Questo fraseggio è un eufemismo per asserire che gli
imbecilli sono anch'essi cittadini del mondo.
Per intenderci sono di una razza diversa e diversificata, pur
presentandosi come esseri dotati di facoltà intellettiva, di pseudocultura, di
verve, addirittura di apparente personalità, insomma capaci come gli estinti australopitechi
di comunicare, di farsi ascoltare dagli ascari decerebrati plaudenti, di
imporre il loro inesistente punto di vista; sotto le camuffate spoglie di
affabulatori programmati o di sporadici improvvisatori, te li potresti
malauguratamente trovare accanto in ogni dove, in ogni stagione, in ogni
commemorazione, solennità o festa.
E li puoi identificare addirittura su scranni municipali, su
giornali o riviste con il demerito di appartenere alle classi che sono
all'avanguardia tribale della più dequalificata “intellighentia” politico-affaristico-mafiosa;
mentre il vulgo fazioso dei lacchè, ignorante ed incapace è l’unico ad essere
svincolato dalla tirannica trappola rischiosa della imbecillità umana.
Qualsivoglia irresponsabile imbecille, si manifesta sui
conosciuti social media con contenuti di odio pensando di proteggersi dentro
sacche di effettiva impunità o salvacondotti nei quali la responsabilità
rimbalza fra l’autore, la piattaforma stessa e i gestori della pagina sulla
quale scrive.
L’immenso Gustavo Flaubert trascorse tutta la vita a tenersi
lontano dagli imbecilli!
Basta leggere il suo pamphlet “Schiocchezzaio” per riscontrare
quanto ne abbia dette di cotte e di crude sui comportamenti e le sottostrutture
mentali che caratterizzano le fondamenta ancestrali degli imbecilli.
Venticinque secoli fa Eschilo si è immortalato, tra l’altro,
per questo suo insuperabile pensiero: “Contro la imbecillità degli uomini anche
gli Dei lottano invano”; mentre in epoca successiva Leo Longanesi ha irresistibilmente
coniato questo insuperabile colpo di cannone: “La madre degli imbecilli è
sempre incinta!”
In tempi più recenti un folle giullare istrionico quale
Roberto Benigni ha rideterminato l’adagio asserendo che “Se la madre degli
imbecilli è sempre incinta, la madre dei figli di puttana è sempre vergine”!
Ma il riferimento geografico o nazionalistico degli imbecilli
è individuabile dappertutto, dal momento che le loro imprevedibili coordinate
non sono allineate ad alcun sistema orografico, lacustre, fluviale, marittimo
od oceanico, hanno da lustri valicato i confini della Beozia, ove erano
storicamente limitati e circoscritti nelle loro cromosomiche coordinate.
Questi esseri subumani, che detengono il primato dell’insulto
delatorio alla intelligenza, sono veramente imbattibili soprattutto nelle
fantastiche ricostruzioni mendaci di fatti ed avvenimenti surreali,
interpretabili e fomentate da quell'inetto substrato corticale che costituisce
la loro corteccia cerebrale idiotizzata nei meccanismi mentali cognitivi complessi
come il pensiero, la coscienza, il linguaggio e soprattutto la memoria.
Preferisco i malvagi agli imbecilli: quelli almeno si
riposano. (Alexandre Dumas
figlio)
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